vendredi 8 novembre 2013

Ciao a tutti!

Giulia, raggiune hai.
Ma scusare tanto.


Quindi, ciao a tutti,

Sono stati in tanto a chiedermelo, non pensavo fosse possibile, ma invece e fatto!
Ecco qua, qualche foto del viaggio si possono vedere qui.
infatti qua c'e l'elettricita ed internet in ogni paesino! chi l'avrebbe pensato?
Io no.

Stiamo benissimo, dopo tre settimane qua in Ethiopia, delle qualle due trascorse a Lalibela.
Li ci siamo fatti amici veri, abbiamo preso qualche abitudine al cafe, al ristorante, al bar.
Lalibela e una cita santa, la Jerusalem d'Ethiopia, la chiamano la nuova Jerusalem. La citta e piccola, appesa alla montagna, si sale, si scende, propio come a Roma, ma con le case fatte di legna e di terra. In questa citta piccolina ci sono non meno di undici chiese, scavate direttamente nella roccia dagli uomini durante il giorno e dagli angeli durante la notte.

Questa e la sua storia:
Lalibela era il nome del fratellino del re di allora. Da piccolo fu completamente ricoperto da centinaia di ape. La madre vi un segno: "Piiiiiii! Un segnu e! Piiiiii" disse. Disse che il significato del segno era che da grande il piccolo Lalibela sarebbe il re.
Al fratello maggiore, il re, giustamente, non li piaceva per niente questa storia di segno. Quindi decise di ammazzare il fratellino. Bravo. E cosi fu, lo aveleno. Pero, per mancaza di fortuna, porca miseria, Lalibela non murio ma dormi per tre giorni, fuori di testa. Nei suoi sogni vi un angelo che gli disse: "guarda che quanto ti svegli devi scavare catedrali nella roccia, capisci?" e vabbo, disse Lalibela, come commanda lei, signor angelo. A cussi si rispighio il fratellino del re e fu a trovare quel gran cornuto che l'aveva voluto ammazzare per darli qualche tumbulate. Ma il re pure aveva sognato, e durante i suoi sogni vinni il bambino Gesu (qua non si scherza, scusa Nonna) che gli disse di lasciare il fratelino diventare il re. E a cussi fu. Tutti furono contenti e 23 anni dopo il Lalibela diventato re aveva scavato con le sue manine 11 chiese e un monasterio!
Nove secoli piu tardi, io e Yvain abbiamo pagato 50 dollari US per vedere il lavoro finito. Non male.

Una volta visitate, fotografiate e disegnate le chiese e il monasterio, ce ne siamo andati in giro per le montagne, per vedere la gente e la campagna. Ed era bellissimo, montagne altissime, piate, fertile con una agricoltura richissima! Dopo la stagione della pioggia e tutto verde e pieno di ciuri ciuri. Ci si trova di qua eucalipto, fichi d'india, origano, arancie e pomodoro, e da poco pure olivi!
A volte penso che quasi quasi, per mangiare pasta con la sassa e vedere chiese, me ne andavo in sicilia era lo stesso.

A Lalibela abbiamo incontrato altri due francesi faccendo piu o meno lo stesso viaggio che noi altri, Romain e Simon (Romano e Simone). Abbiamo fatto subito amicizia e tre giorni dopo ce ne andavamo tutti quatro insieme per salire sul tetto del Ethiopia, le montagne del Simen nelle vicinanze di Gondar.

Abbiamo passado due giorni a Gondar, per preparare l'escursione: noleggio del trasporto, spese di mangiare e bere, sigarette. Finalmente pronti abbiamo raggiunto il resto della squadra a l'aeroporto, Pierre, Michael e Frederic (Pietro, Michele e Federico) e siamo andati a Debark, finire le preparazioni: ingagiare una cuoca, un scout con la kalashnikov, i muleman con gli assini, noleggio della tenda e la cucina di campagna. Ed eccoci partiti per 4 giorni di caminata tra 3500m e 4400m d'altitudine!

Tra alle scimie, gli Ibex (specie di antilope) e i corvi preistorici, abbiamo passegiato lentamente, un pedi metti l'altro leva,  in mezzo a paesagi incredibili, innimaginablili, usciti senza dubbio dall'imaginazione di qualche creatore impazzito.
Con Yvain pensavamo a l'inizio dormire nelle amaca, ma alla fine la su, alberi ce ne sono pochissimi...
e poi a 3500m, la notte c'e un freddo, ma un freddo, da morire!
Qui a Gondar dove siamo finalmente tornati, a 2300m, c'e un caldo tremendo di giorno, e ne sono grato.

Ecco qua un riassunto forse un po lungo delle nostre prime settimane in Abissinia.
Sapiamo gia che due mesi sarano pocchi, forse torneremo!

Un baccio a tutti!

Marino

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